Aggiornamento: 16 luglio 2022
Non doveva più capitare.
E invece sta capitando. Ancora. E ancora.
André Serra, un pilota impegnato nelle operazioni di spegnimento degli incendi è morto venerdì scorso. I dati sulle conseguenze degli incendi degli ultimi 12 giorni sono ancora imprecisi: 190 feriti e 865 persone evacuate in una settimana.

Le autorità nei vari distretti stanno calcolando i danni subiti da abitazioni e terreni nell’ultima settimana.
Secondo i dati aggiornati dall’ ICNF, Istituto per la conservazione della natura e delle foreste gli incendi hanno consumato più di 58.331 ettari di teereno quest’anno, la più vasta area bruciata dal 2017. Se la foresta costituisce uno delle principali risorse naturali del Portogallo posso affermare che quest’anno sta andando in fumo un patrimonio. Il patrimonio che le generazioni future non godranno.
52 persone sono state arrestate per incendio doloso e colposo. La polizia ha compilato un elenco di 700 incendiari, al fine di creare un profilo che dovrebbe rendere più facile indagare in futuro. Il piromane che ha causato uno degli incendi più devastanti di questi giorni, l’incendio di Freixianda, Ourém, ad esempio, è ora in custodia preventiva ma il suo profilo si adatta perfettamente al modello individuato: ha “una famiglia disfunzionale, è un alcolizzato, provoca incendi per motivi futili ed è un recidivo”. Il fuoco ha devastato Freixiandia per una settimana: ha provocato decine di feriti, distrutto migliaia di ettari di bosco, case, terreni, coltivazioni. Quello che ci chiediamo è: tra quanto tempo questa persona accenderà il prossimo fuoco?
Lo scorso anno 5 volte gli aerei sono intervenuti a pochi chilometri da casa nostra per spegnere gli incendi dolosi. Le autorità hanno individuato 2 piromani da tempo.

La protezione civile si impegna ogni anno da 22 anni a formare docenti in materia di comportamenti di prevenzione e gestione dei rischi, in primis quelli ambientali. Ma perché non educare tutti ai comportamenti civili: i mozziconi di sigaretta gettati dai finestrini sono all’origine di tanti e tanti incendi.
Attualmente lo stato di contingenza (leggi emergenza) è in vigore fino a domani notte, ma è probabile che il rischio estremo di incendi indurrà le autorità ad estendere le misure preventive.
Nei giorni scorsi il fuoco si è riacceso troppe volte, il vento forte, le temperature sopra i 40°C hanno determinato la riaccensione di incendi dati per domati. Ma la devastazione era prevedibile.
Periodicamente gli eucalipti vengono tagliati per essere nuovamente piantati dopo pochi mesi. Nel 2018, dopo gli incendi mortali del 2017 uscì uno studio. João Camargo, ricercatore e ingegnere ambientale, e Paulo Pimenta de Castro, ingegnere forestale e presidente dell’Associazione per la promozione degli investimenti forestali, delineavano nel 2018, all’indomani del disastro del 2017, il profilo e lo stato della foresta nazionale e sintetizzavano i dati: il Portogallo vive con un'”epidemia” di eucalipti, con il 9 per cento del territorio occupato dalle piantagioni di questo tipo di albero. È così dal 2010. Una “espansione incontrollata di alberi” che alimenta gli incendi. Questa è una delle conclusioni del libro “Portogallo in fiamme: come salvare le foreste“.

La coltivazione dell’eucalipto è spesso indicata come uno dei fattori che potenziano gli incendi. Ma non solo. Il rischio di un elevato consumo di acqua, l’erosione del suolo, la scommessa su una monocoltura forestale con scarso potenziale in termini di biodiversità, sono alcuni dei fattori negativi segnalati per questa coltura.
Il Portogallo utilizza essenzialmente questo albero per la produzione di pasta di carta.
Dopo gli incendi del 2017, il Parlamento ha approvato una legge per impedire la piantumazione di alberi di eucalipto in aree bruciate precedentemente occupate da altre specie. Mi guardo intorno: gli eucalipti sono ricresciuti lì dove sono arsi.
il 9 novembre del 2021, Il Publico informava che il governo portoghese stava preparando la pubblicazione di un decreto che prevedeva la piantumazione di altri 36.726 ettari di nuove piante di eucalipto in 126 dei 278 comuni della terraferma arrivando al 10% del territorio nazionale e sostituendo il sobreiro, l’ulivo e persino il pino.
Il Paese ha due terzi del suo territorio in siccità, un terzo del quale è in grave siccità a rischio massimo di incendi. L’assenza di pioggia nei mesi invernali e in primavera ha inaridito il terreno, tanto che gli alberi decidui stanno perdendo le foglie come se fosse già autunno. Un autunno rovente anticipato a luglio.
E’ se questa fosse l’estate più fresca della nostra vita?
