… la seconda parte dell’articolo che non abbiamo terminato…
7. La qualità della vita è migliore rispetto all’Italia: dobbiamo intenderci su cosa si intende per “qualità della vita” ed e meglio fare degli esempi. Quando entriamo in autostrada per andare al lavoro, se va male, vediamo un paio di auto e un TIR all’orizzonte, se va bene, la prima auto la notiamo dopo 4 km. Quindi ci possiamo godere il sottofondo di “Smooth FM”, la nostra radio preferita (zona Centro 92.8), fino a destinazione.
Diciamo che con la densità demografica di questa zona (circa 115 abitanti per km2) certamente stiamo comodi, non ci intralciamo e non ci infastidiamo a vicenda. Certo il divieto di costuire a meno di 500 mt dal lago ha frenato il consumo di suolo e incoraggiato il recupero degli edifici esistenti, oltre che promuovere le coltivazioni bio. Stress è parola poco nota da queste parti e ci dicono che i disturbi cardiaci non sono in cima alla lista delle emergenze mediche.
8. Esistono ancora i mercati municipali aperti tutti i giorni. Al mercato la scelta è un po’ limitata si trova solo frutta e verdura di stagione a “KM 0” (anche se non sta scritto da nessuna parte) nel senso che i contadini dei dintorni, da Ourém, Ferreira do Zêzere, Alvaiázere, vendono direttamente i loro prodotti. Alcuni vendono anche banane (non quelle dall’isola di São Miguel, nelle Azzorre, quelle si trovano al supermercato), ma l’ananas è già troppo esotico. Le olive e i lupini, la frutta secca e i semi arrivano per la maggior parte dal distretto di Santarém. Il pesce arriva da Nazaré, e la carne proviene da allevamenti portoghesi.
9. Se c’è una Camara Municipal c’è un centro “desportivo”, una biblioteca, una piscina e, spesso, un “lar”, una casa di riposo. Non è necessario macinare chilometri per andare in piscina. Negli ultimi 15 anni circa sono sorti un po’ in tutto il Portogallo, isole comprese, centri sportivi e piscine che vengono regolarmente frequentati da bimbi, ragazzi e adulti. L’ingresso inferiore ai €4.
10. I portoghesi vanno molto fieri della loro cucina. E hanno ragione. Ci limitiamo ad alcune osservazioni sui ristoranti del Portogallo centrale. Si tratta spesso di “tascas e tasquinhas” a conduzione familiare e cucina a vista. Prima di tutto gli ingredienti sono freschi, questo significa che la scelta non è mai vasta anzi si limita a due o tre piatti completi di contorno di “arroz” o “batatas”, cucinati come vuole la tradizione e serviti in modo spartano, ma i sapori sono decisi e distinguibili … e per il pranzo della domenica è meglio prenotare. Non ci è ancora mai capitato di uscire delusi, tranne una volta in cui ci siamo lasciati tentare da un ristorante di cucina italiana. Eh sì, di italiano c’era ben poco, tranne il conto.
11. Laboratori per le analisi cliniche: c’è solo l’imbarazzo della scelta. E’ curioso ma da queste parti abbiamo notato tanti piccoli laboratori che evitano gli intasamenti degli ospedali. Anche nelle zone rurali sono facilmente reperibili sia il laboratorio analisi che il medico di base e la parafarmacia (collegata ad una farmacia per ordinare i medicinali non da banco), questo significa che gli anziani della zona non devono scomodarsi ad orari impossibili per ottenere l’assistenza medica di base.
12. Mercato immobiliare in forte crescita. E non solo a Lisbona, Porto e Algarve. Da alcuni anni pare che diversi viaggiatori alla ricerca di un “buen retiro” dove ricaricarsi lontano da luoghi affollati e traffico urbano, dopo aver visitato il Portogallo centrale abbiano deciso di acquistarvi la seconda casa per trascorrere momenti di “relax & detox”, ora che nessun luogo è lontano. Corsi di yoga, tai-chi, meditazione stanno fiorendo un po’ ovunque per assecondare la sete di benessere dei semiresidenti del week-end lungo che arrivano dalla capitale, ma anche da Bruxelles e Glasgow, Milano e Colonia. Sbarcano a Lisbona il giovedì e ripartono domenica rinvigoriti e con il sorriso sornione di chi ha già programmato la prossima pausa…
- Facciamo anche noi una pausa?
- Why not? Tea or coffee?