“Non è la dimensione del vaso che importa, ma quello che ognuno di noi riesce a mettervi, anche se dovrà traboccare e andare perduto.” José de Sousa Saramago.
Ci divertiamo ad esplorare anche la cucina portoghese, tra una “sopa” e il “bacalhau” che qui si trova in qualsiasi supermercato tutto l’anno.
Tutti i portoghesi che conosciamo adorano il caldo verde, una zuppa che dall’Alto Minho nel nord del paese si è diffusa in tutto il Portogallo, arcipelaghi compresi.
Una zuppa densa e gustosa fatta con due ingredienti poveri, la patata e il cavolo, e impreziosita da fettine di chouriço ou salpicão, salsiccia o salame, a scelta. Gusto dolce o piccante.
Noi però abbiamo modificato la ricetta tradizionale preferendo il “toucinho fumado”, la pancetta affumicata.
Dona Lena ci raccomandava di evitare le confezioni del supermercato di couve galega (il cavolo galiziano) perché è affettato troppo sottile e il sapore si sente poco. Dona Lena viene dal distretto di Viseu e consiglia di utilizzare la couve portuguesa, ma tagliata in strisce generose. Niente di più facile, il cavolo portoghese cresce ovunque qui, persino nel terreno davanti a casa e le patate – veramente bio- ce le ha portate proprio Dona Lena come dono di benvenuto. Sì, Dona Lena è la nostra vicina-ortolana: di tanto in tanto troviamo appesa al cancello di casa una borsa di cipolle e peperoni, patate e zucchine, o fagiolini e pomodori . Lei si ritrae pudica quando la ringraziamo, dice che i suoi orti producono più di quanto lei riesca a mangiare, ed è un peccato buttare via la verdura. In cambio noi la accompagnamo in città quando ne ha bisogno. Questa è la nostra comunità.
Il caldo verde è pronto. Ne lasciamo una porzione a Dona Lena… sentiamo un po’ che ne pensa.